Inciampando a…Tenerife: il surf

Una nuova passione. Perché chi dice che a trent’anni (e qualcosina in più) non ci si possa ancora lanciare in nuove avventure non ha capito proprio nulla di come si vive, lasciatemelo dire. Non è mai tardi per nulla, se lo si vuole davvero. Neanche per il surf!

Ho scoperto per caso che ci fosse una “realtà surf” a Palermo (e Sicilia in generale). Pensavo, in maniera molto superficiale in effetti, che fosse uno sport relegato a luoghi esotici e lontani. Così quando ho capito che avrei potuto farlo anche qui ho deciso che non c’era posto migliore per imparare se non Tenerife.

Il battesimo è stato di quelli che non dimenticherò mai, con onde da favola. L’emozione della prima onda presa per davvero, una parte di me che avevo dimenticato, quella della testardaggine, che mi ha permesso di tornare ogni volta in line up e la forza di riprovare continuamente fino a capire perché non riuscivo e come potevo rimediare. Ognuno vive la stessa esperienza in maniera diversa: chi si diverte e basta, chi scava nel profondo, chi mette in atto una sfida con se stesso, chi ne fa una questione di ego.

Una foto pubblicata da Giuliana Piazzese (@inciampando) in data:

 

Durante le lezioni ho ripetuto spesso, anche un po’ per gioco, la frase “il surf è pazienza e sofferenza!“. Prendevo in giro il mio bravissimo maestro (del quale vi parlerò tra poco) e soprattutto me stessa: in realtà è proprio la pazienza quella che ho più sperimentato e che avevo perso da tempo. Non tutte le onde sono buone, non tutte le maree – devi aspettare, a volte anche 10/15 minuti, seduto sulla tavola insieme ad altri che come te aspettano l’onda buona e poi avere la fortuna di riuscire a prenderla, tenerla fino alla fine, provare ad ogni onda a sperimentare qualcosa in più. Impari a stare in piedi, allora non è più abbastanza, e devi imparare a tenere la posizione corretta, poi a spingere, a girare. Non è forse una grande metafora di vita? Aspettare il momento giusto, non smettere mai di provare, capire gli errori, perfezionarsi e sperimentare anche quando si è raggiunta la cresta dell’onda.

Surfing

(La mia prima onda!)

Andiamo alla parte pratica del post: come si fa surf a Tenerife? Se non sono mai salito su una tavola posso farcela? E se sono da solo? E se volessi fare una vacanza dedicata solo a questo? Eccomi qui con la mia esperienza!

Io ho preso lezioni da Amedeo Blandi, un ragazzo italiano che vive a Tenerife da anni e che ha creato una bellissima realtà con Surf Camp, scuola e tanto altro. Si chiama Friends of the Ocean e lo trovate cliccando qui.  Mi è capitato di assistere a lezioni di surf anche con 15 persone contemporaneamente e credetemi, è un caos. Noi non superavamo mai i 5/6 elementi, Amedeo riusciva a prestare le stesse attenzioni a tutti ed eravamo in effetti più rilassati lavorando pochi per volta e non sulla stessa onda!

Quando vi dico che Amedeo è uno degli istruttori più bravi di Tenerife non esagero. Ha 24 anni (nel 2015), dei quali 12 passati sulla tavola in giro per il mondo, attento, chiaro nelle spiegazioni e simpaticissimo. Ti incoraggia, cerca di capire insieme gli errori e poi ha il cuore tenero, tipo che quando abbiamo fatto gli occhi da Bambi, piagnucolando che era l’ultimo giorno e volevamo fare lezione al tramonto lui non è riuscito a resistere ed è stata in effetti una delle esperienze più belle.

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In linea generale sull’isola si trovano tantissime scuole di surf sia per seguire delle lezioni sia per affittare semplicemente quello che vi serve: tavola, muta, scarpini ecc. Le lezioni ovviamente si prenotano in anticipo e ci si basa sulle maree, dunque gli orari potrebbero variare in base al periodo, anche di giorno in giorno. La via più affollata di scuole e negozi dedicati è Calle Mexico, in Las Americas. Soprattutto perché proprio li davanti c’è uno spot perfetto per surfare, sia per chi è più esperto che per i principianti, sempre a seconda delle maree.

Una foto pubblicata da Giuliana Piazzese (@inciampando) in data:

Una foto pubblicata da Giuliana Piazzese (@inciampando) in data:

Se avete intenzione di fare una settimana di vacanza proprio dedicata al surf allora dovete provare l’esperienza del Surf Camp! Una struttura, più che altro una casa molto grande, dove persone da tutto il mondo si incontrano per surfare e vivere l’isola. Ci sono le stanze private e degli spazi comuni, più tavole da surf di qualunque tipo a disposizione di chi alloggia (a seconda del pacchetto scelto). Io ho visitato Ika Ika Surf Camp perché i ragazzi del mio corso alloggiavano tutti lì. Me ne sono innamorata! Barbecue, salotto spazioso con tanto di playstation e tante comodità e almeno una decina di tavole di ogni misura e materiale a disposizione di chi alloggia, senza ovviamente dimenticare che è a soli 15 minuti a piedi dal reef del quale vi ho parlato sopra. Chi lo gestisce è un ragazzo di Roma di nome Marco, simpaticissimo, anche se più di lui c’è il figlioletto di neanche un anno, un paperino quasi pronto per entrare in acqua! Per info potete cliccare qui!

Durante le vostre lezioni inoltre, troverete sul reef dei fotografi che immortaleranno tutti i vostri tentativi, anche quelli di annegamento. Io ho intitolato la mia collezione di foto “mille modi per morire annegata”. Non siete obbligati all’acquisto, certo però che quando vi renderete conto che in caso contrario non avreste nessun ricordo o prova fotografica che si, ce l’avete fatta, allora le vorrete! Anche se, come nel mio caso, avete delle facce improponibili!

 

Una foto pubblicata da Giuliana Piazzese (@inciampando) in data:

Un piccolo avvertimento: quando approccerete il surf vi renderete conto di come cambierà il vostro rapporto col mare. Quando un semplice bagnetto non vi basterà più, quando l’unica cosa che volete è il mal tempo che provochi almeno 50 cm di onda, quando risparmierete fino all’ultimo cent per comprare una tavola che terrete appesa sopra il vostro letto al posto del quadro sacro…beh non dite che non vi avevo avvertito!

Giuliana Piazzese

Palermo

Viaggio sola, e anche in compagnia, zaino in spalla o con la valigia, in ostello e pure in albergo. Insomma viaggio, lavoro da remoto e mangio tanto! E te lo racconto qui.

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